DIRLO CON I FIORI - IL TIMO

 
 

Piccolo arbusto, dall’odore balsamico e dalle proprietà antisettiche, il timo appare già nella mitologia greca come simbolo della forza vitale, da thumos, soffio di vita.
Da questa erba aromatica si possono preparare degli ottimi infusi e si ricava anche del buonissimo miele. Il significato si lega proprio alle api, la cui operosa attività millifera, suggerisce grande energia.
Vi lasciamo alla lettura di questo breve testo, tratto dal libro Il linguaggio dei fiori di Charlotte de Latour, che ben racconta di questa splendida pianta.

Timo VITALITA’

Insetti di tutte le forme, scarabei di tutti i colori, api operaie, farfalle leggere, circondano senza posa i ciuffi fioriti del timo. Forse quest’umile piantina appare ai leggeri abitanti dell’aria, che non vivono che una primavera, come un immenso albero antico quanto la terra, coperto di foglie sempreverdi su cui i fiori troneggiano come superbe anfore, colme di miele a loro uso.

I greci consideravano il timo simbolo della vitalità; di certo, avevano osservato come il suo profumo sollecitasse la mente e fosse benefico per gli anziani cui restituiva forze, agilità e grinta.

La vitalità è una qualità battagliera associata sempre al vero coraggio. E’ per questo che un tempo le dame ricamavano spesso, sul mantello dei loro cavalieri, un’ape che ronzava intorno ad un ramo di timo. 

 
 

DIRLO CON I FIORI - LA PEONIA

 
 

Nel mese di maggio sboccia un gioiello: la peonia, rosa senza spine, fiore dal fascino straordinario, dai colori vivaci e dal profumo inebriante.

Già i miti greci e romani parlavano delle peonie e il significato che gli viene attribuito tutt’oggi in occidente è legato alle ninfe: nel linguaggio dei fiori la peonia si associata al pudore e alla timidezza poiché queste creature mitologiche erano solite nascondersi tra i loro ampi petali. Esistono però altri miti legati alle proprietà curative di questo fiore, tra gli altri ricordiamo quello di Peone, il medico degli dei, che venne chiamato da Ade, ferito da Eracle, al suo capezzale. Peone curò il dio degli inferi con tale maestria da suscitare l’invidia di Asclepio, dio della medicina. Ade, per proteggere Peone dalle ire di Asclepio, lo trasformò in una splendida peonia. Le radici della peonia vengono da sempre utilizzate nella medicina tradizionale cinese, poi giapponese, per alleviare i sintomi di varie malattie. I semi di peonia, invece, venivano ingeriti interi per alleviare i dolori allo stomaco, mentre i petali venivano essiccati per preparare un infuso contro la tosse.

La peonia affonda le sue radici nell’antica Cina non solo in senso letterale, infatti, ne è diventata simbolo nazionale: la ritroviamo raffigurata nei dipinti dell’arte cinese ed è uno dei pochi fiori che fanno parte del principio Yang per cui, secondo il significato tradizionale della complementarietà degli opposti, la peonia trasmette armonia ed equilibrio all’interno di una coppia. Il Feng Shui suggerisce di inserire un quadro con dipinte delle peonie nella camera da letto per l’influenza benefica che esse esercitano nella ricerca di un compagno fedele e amorevole. Ci ha colpito il significato orientale della peonia legato alla forza vitale, alla gioia e alla fertilità, elementi energetici che ci stimolano ad affrontare con forza la vita.

Anche in Giappone la peonia ha svolto un ruolo di grande importanza tanto da ispirare le splendide poesie haiku di Buson Yosa e Issa Kobayashi.

La peonia si diffonde in seguito in occidente: solo nella seconda metà del 1700 le piante arbustive asiatiche arrivano in Inghilterra, nei giardini reali di Kew.

Questa pianta dal fusto glabro e che regala meravigliosi fiori dalle svariate forme e tonalità cromatiche, è molto utilizzata per decorare i giardini. L’abbiamo trovata anche lo scorso aprile al primo corso di flower design in Villa La Valverde. La scelta della peonia nella realizzazione di bordure arbustive è legata anche alla sua longevità e alla notevole robustezza: in Cina si narra la leggenda dell’imperatrice Wu Zetian che chiese ai giardinieri di palazzo di poter ammirare le peonie nei suoi giardini, anche se questi erano coperti di neve. Quando l’imperatrice si rese conto che il suo desiderio non poteva essere esaudito, dalla rabbia ordinò che tutte le peonie venissero bruciate, ma esse resistettero allo scempio e per questo vengono chiamate “fiori eterni”.

Peonia FORZA VITALE
Caduto il fiore / Resiste l’immagine / Della peonia
HAIKU, Yosa Buson

La peonia è stata la protagonista degli ultimi due corsi di flower design di Tania Muser e, in attesa delle foto con i risultati dell’atelier, vi proponiamo un mazzo che abbiamo realizzato con questi splendidi fiori, accostando peonie e celosia crestata, fresie, rose, viburnum opulus e rosmarino.

 
 

DIRLO CON I FIORI - LA FRAGOLA

 
 

La fragola è una specie erbacea selvatica che appartiene alla famiglia delle rosacee. Il suo nome deriva dal latino fragrans, in omaggio ai suoi frutti profumati. Quest’umile piantina perenne cresce al limitare dei boschi e li copre di quei frutti deliziosi che appartengono a chiunque voglia raccoglierli. Prima di regalarci le sue dolci e odorose bacche, la fragola fiorisce da aprile a luglio in piccoli fiori bianchi a 4 o 6 petali.

Il frutto della fragola è apprezzato fin dall’Età della Pietra ma la pianta fu coltivata per la prima volta in Persia, per poi diffondersi in Europa: i suoi semi giunsero in occidente attraverso la Via della Seta. Nel Rinascimento, Luigi XIV, il re Sole, aveva una vera predilezione per le fragole, che fece coltivare nei giardini di Versailles.

La fragola possiede molte proprietà: nutritiva, astringente, diuretica e depurativa. I suoi frutti, in particolare, sono ricchi di calcio, ferro, fosforo e vitamina C.

A questa delicata piantina è attribuito il significato di pura bontà, probabilmente per il suo aroma delicato. Nel linguaggio dei fiori la fragola significa anche stima e amore: ricordiamo che il fazzoletto che Otello regalò a Desdemona era decorato con fragole ricamate.

Fragola BONTA’ ESEMPLARE

Senza alcun dubbio Dio poteva creare un frutto di bosco migliore della fragola, ma certamente non lo fece mai.
W. A. Butler

 
 

DIRLO CON I FIORI - LA MENTA

 
 

La menta piperita è una pianta rampicante che ama l’umidità: la troviamo infatti in forma selvatica presso luoghi ombrosi e vicini all’acqua, come nelle radure boschive e sulle rive di fiumi o stagni di tutta Europa.

Il suo utilizzo risale al XVII secolo. La menta viene usata per il profumo intenso e le proprietà curative, in particolare per la capacità di calmare lo stomaco. Si riteneva anche che allontanasse i raffreddori e le influenze e che il mentolo contenuto nelle sue verdi foglie potesse alzare la temperatura corporea e favorire la traspirazione. In particolare la menta trovava un grande utilizzo nell’Inghilterra vittoriana: nei dolciumi come caramelle, bastoncini e pasticche; sotto forma di coni di mentolo che venivano bruciati per alleviare i sintomi del raffreddore; come aroma nel tabacco da fiuto e nel cordiale, bevanda corroborante a volte mescolata al gin per mitigarne il gusto aspro di alcool.

Il nome di questa pianta ha origini greche: nella mitologia greca Menta era una ninfa amata da Ade che venne trasformata in pianta dalla moglie ingelosita, Persefone. Per il calore dei sentimenti che Menta nutriva per Ade, oltre al suo gusto in bocca aromatico e piccante, la menta viene chiamata piperita.
 

Menta Piperita CALORE DI UN SENTIMENTO

 
 

DIRLO CON I FIORI - IL LILLÀ

 
 

Unione di profumo, freschezza, grazia e delicatezza, il lillà venne portato in Europa dalla Perisa e si diffuse soprattutto in Inghilterra ai tempi di Enrico VIII.

I lillà sono stati consacrati alle prime trepidazioni d’amore, perché niente è più ammaliante del loro aspetto al rifiorire della primavera. Così, la freschezza del verde, la flessibilità dei rami, l’abbondanza dei fiori, la bellezza così fugace, così effimera, il colore così tenue e così variegato, tutto in loro richiama quelle emozioni celestiali che abbelliscono la bellezza e donano all’adolescenza una grazia divina. Come spiegava Robert Tyas, i magnifici fiori del lillà, con il loro profumo intenso e inebriante, hanno vita breve e fuggevole, come i primi intensi palpiti d’amore.

Questa pianta, amata anche in epoca vittoriana, fu spesso evocata nella letteratura del tempo, come in David Copperfield, di Charles Dickens, che colloca l’incantevole e ingenua Dora sotto un lillà nella scena in cui Copperfield va a farle visita portandole un marzolino di fiori da Covent Garden.

Lillà PRIME EMOZIONI D’AMORE

Erano in fiore i lillà e l’ulivelle;
ella cuciva l’abito di sposa;
né l’aria ancora apria bocci di stelle,
né s’era chiusa foglia di mimosa.
MYRICAE, G. Pascoli.

 
 

DIRLO CON I FIORI - IL MUGHETTO

 
 

Il mughetto è una pianta bulbosa, erbacea e perenne che cresce spontanea specialmente nei paesi del Nord, dove cresce nei boschi di latifoglie. Il mughetto fiorisce a maggio: gli steli si caricano di campanelle bianche dal delicato profumo. Il suo aroma viene usato in profumeria fin dall’antichità ed era considerato prezioso al punto che i Romani lo conservavano solo all’interno di recipienti d’oro. In Germania, invece si preparava l’Acqua d’oro, un’acqua profumata a cui si attribuivano eccezionali virtù terapeutiche. Si narra che il mughetto fosse il preferito di Mercurio, poiché il suo profumo inebriante rinforzava il cervello e acuiva la memoria.

Il mughetto è un fiore caro a molti Paesi: è il simbolo della Jugoslavia ed è il fiore nazionale in Finlandia. Per la sua fioritura, il mughetto è legato a maggio, in particolare al primo del mese, giorno in cui nell’antica Roma, in occasione delle Kalendae Maiae, gli innamorati lo regalavano alle loro donne e festeggiavano la primavera. In Francia il mughetto viene venduto per le strade il 1° maggio, tradizione che risale alla corte di Carlo IX: una volta il re ricevette un mazzo di mughetti come auspicio di buona fortuna e di prosperità per l’anno a venire. La trovò un’idea così felice che decise di fare ogni anno lo stesso omaggio floreale alle donne della sua corte. Anche in Inghilterra il mughetto viene festeggiato: ogni anno a maggio si svolge in Cornovaglia la Furry Dance, in cui tutti i partecipanti ne indossano uno.

Mughetto FELICITA’ RITROVATA

Bianco bocciolo! Che nella tua bellezza mansueta sporgi le tue pudiche guance pallide come la neve sotto la luna, sembri, al di sotto delle tue enormi, alte foglie verdi, un eremita al riparo sulla sua montagna.

THE LILY OF THE VALLEY, G. Croly

 
 

DIRLO CON I FIORI - IL BUCANEVE

 
 

Il bucaneve, Galanthus nivalis, è una pianta perenne e bulbosa che fiorisce quando ancora la neve ammanta la terra. Il suo nome deriva dal greco e significa Fiore di latte, ma viene chiamato Stella del mattino perché è uno dei primi fiori che sbocciano ad inizio anno.

Il bucaneve ha assunto nei secoli vari significati: in epoca vittoriana, in Inghilterra, si credeva che tenere in casa un bucaneve portasse sfortuna e per questo il giardino divenne il luogo prescelto per la disposizione di questa pianta e vennero realizzate splendide Passeggiate del bucaneve nelle tenute di campagna.
Il significato più diffuso è però legato ad un messaggio di speranza poiché il fiore del bucaneve, apparentemente fragile e delicato, è l’unico ad affrontare le temperature fredde dell’inverno e a dischiudersi impavido in morbidi e candidi fiori. Per questo regalare un cesto di bucaneve ad inizio anno equivale a dare un messaggio di speranza e buon auspicio. A questo si lega anche il senso di consolazione che infonde questo fiore per la felice promessa che accompagna l’arrivo della primavera, stagione della rinascita. Il bucaneve, per il bianco dei suoi petali, è considerato anche simbolo di purezza.

Esiste un racconto tedesco molto affascinante che narra come Dio, dopo aver creato la Terra, chiese alla neve di scendere sui fiori per colorarsi un po’, ma tutti questi rifiutarono, tranne il bucaneve. Da allora, per ricompensare questo umile fiore, la neve lo lascia fiorire ogni anno prima che inizi lo spettacolo primaverile.

Elegante e raffinato, il bucaneve è stato un’ispirazione per molto poeti inglesi, tra cui S. T. Coleridge e W. Wordsworth, e non solo, come testimonia la fiaba Il Bucaneve scritta dal danese H. C. Andersen.

Bucaneve CONSOLAZIONE e SPERANZA

Lui era lì, così sottile e delicato e facile a spezzarsi, eppure così forte, nella sua giovanile bellezza, era lì in un mantello bianco e nastri verdi.
IL BUCANEVE, H. C. Andersen

In una passeggiata montana ci siamo imbattuti in questo fiore meraviglioso e ve lo raccontiamo anche con queste foto che gli abbiamo scattato.

 
 

DIRLO CON I FIORI - LA CLEMATIDE

 
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La clematide fa parte della famiglia delle ranuncolacee, è una pianta perenne e rampicante e il suo stelo può raggiungere oltre i 10 metri. Esistono molti tipi di questa pianta dai colori vari con tonalità che vanno dalle tinte tenui del bianco e del verde-giallo, a quelle più vivaci del rosso e del viola. In Italia esistono 7 specie spontanee di clematis di cui 4 le possiamo trovare sull’arco alpino.

In passato si credeva che la clematide avesse proprietà curative, infatti veniva utilizzata come diuretico, analgesico e cicatrizzante naturale. La clematis però fa parte della famiglia delle ranuncolacee ed è quindi potenzialmente velenosa poiché contiene il glucoside ranunculina. La clematis viene utilizzata oggi nella medicina omeopatica per curare le infiammazioni, la depressione e le amnesie: essa fa parte dei rimedi floriterapici dei Fiori di Bach per contrastare la distrazione e mancanza di concentrazione favorendo la creatività pratica e produttiva.

Dagli antichi greci la clematide fu chiamata col nome di una vite, klema, poiché si attorciglia intorno alle altre piante finché il suo capo non è esposto al sole. Alcuni la chiamano Laccio d’amore perché si tiene stretta all’altra pianta come in un abbraccio amoroso, e in campagna la clematide selvatica che si arrampica tra i cespugli è nota come Vite falsa o Erba dei cenciosi. I poeti inglesi hanno spesso chiamato questa delicata pianta rampicante Recesso della Vergine, dal momento che cresce sui pergolati e nei luoghi ombrosi, creando così un piacevole rifugio per le fanciulle. Qualcuno ritiene che tale nome le sia stato dato in onore della regina Elisabetta I di Inghilterra, la regina vergine, poiché fu introdotta in Inghilterra durante il suo regno. In Inghilterra fu anche soprannominata Gioia del viandante perché cresceva spontanea nei boschi e ai margini delle strade.

Clematis BELLEZZA MENTALE

Una cosa di bellezza è una gioia per sempre:
Cresce in beltà, senza mai svanire nel nulla,
Ma serba ancora per noi un tranquillo ritiro e un sonno pieno
Di dolci sogni e salute e quieto respiro.
Perciò ogni nuovo giorno intrecciamo
Un laccio fiorito per legarci alla terra.
ENDIMIONE, J. Keats

 
 

DIRLO CON I FIORI - IL TULIPANO

 
 

Le sue origini sono orientali: il tulipano viene dalla Turchia, paese in cui è amato al punto da definire Era del Tulipano il periodo storico di pace e fervore culturale che va dal 1718 al 1730. Il tulipano veniva utilizzato in quantità enormi per adornare le regge e i palazzi dei sultani, e prende il nome dal copricapo indossato dagli uomini turchi, il turbante, il tullband.

Il tulipano era ed è il simbolo dell’amore: ancora oggi esercita su di noi un fascino magnetico, probabilmente per la sua forma semplice, a coppa, e i pochi petali, definisce un disegno essenziale e la sua posizione raccolta trasmette l’importanza dell’intimità.  Non a caso molti film trovano il suo nome nel titolo, come Pane e Tulipani, di Soldini, splendida storia d’amore che racconta intense emozioni e un grande sentimento con estrema semplicità.

Noi vi proponiamo alcune delle splendide varietà di tulipano: dai più semplici a quelli con i petali ondulati, dalle tonalità più calde a quelle più intense come nel caso del tulipano nero, con i suoi petali di un bordeaux intenso, vellutati al tocco.

Tulipano DICHIARAZIONE D’AMORE

Sulle rive del Bosforo, il tulipano è l’emblema dell’incostanza ma anche della passione più violenta. Tanto che la natura fa in modo che cresca nei giardini di Bisanzio, e racconta, alla bellezza prigioniera, che un amante sospira per lei, e che la sola vista gli manderebbe il viso in fiamme e il cuore in brace.

 
 

SAN VALENTINO: FIORI, MODA E PASSIONE

 
 

San Valentino è alle porte e vogliamo proporvi un’immagine alternativa di questa ricorrenza proponendovi degli interessanti accostamenti di fiori e moda, ricordandovi che l’amore è fatto soprattutto di intensa passione. Quale colore rappresenta la passione? Il rosso, ma non solo.

Per questo San Valentino vi suggeriamo alcuni accostamenti di fiori dalle tonalità intense che esaltano la passionalità attraverso la vivacità cromatica. Abbiamo scelto per voi delle rose Coffee BreakCherry-Oh! e Secret Garden, accostate a giacinti blu, ranuncoli rosa, anemoni e garofani fuxia. Vi proponiamo anche un’idea per il biglietto su cui scrivere il vostro messaggio d’amore: degli acquerelli fatti a mano che ritraggono due rossi papaveri, legati tra loro.

Rosso come gli abiti di Valentino, maestro del gusto che ha saputo con estremo rispetto e straordinaria eleganza valorizzare e raccontare la sensualità della donna, come fece nel ’500 Tiziano con la Venere di Urbino, dove il rosso racconta con estrema grazia la femminilità.

Nella campagna pubblicitaria Fall/Winter 2013/2014 di Valentino, realizzata dai fotografi olandesi Inez Van Lamsweerde e Vinoodh Matadin, le modelle sembrano ritratte in dipinti e disegnate dalla luce. Queste foto raccontano l’importanza dello stile anche attraverso il dettaglio: i bouquet floreali trionfano sullo sfondo nero come gioielli di assoluta eleganza. Uno spunto interessante per un regalo floreale sofisticato!