Minorca, l’isola (patrimonio dell’Unesco) che mi ha affascinato per l’incredibile natura, i colori mozzafiato e la luce.
La prima tappa è stata all’isola del Rey (l’isola dove nel XVIII secolo è stato costruito un imponente ospedale navale) al largo del porto di Mahon, dove Hauser&Wirth hanno aperto nel 2021 una galleria d’arte e Piet Oudolf ne ha ridisegnato il giardino.
Un piccolo gioiello dove ho conosciuto, grazie alla retrospettiva ospitata nelle North Galleries, le opere dello scultore basco Eduardo Chillida, che trascorse molte estati sull’isola, conquistato come disse lui stesso dalla luce, dal vento e dalle pietre.
Le sue opere e la sua visione mi hanno accompagnato per il resto della vacanza. Dai resti preistorici al bianco brillante dei piccoli paesini, dall’eleganza dei palazzi nelle due piccole città, Ciudadela e Mahon, all’incredibile natura.
Ho fatto base in un piccolo paesino nel nord dell’isola, dove ho soggiornato in uno slow hotel di design, ricavato da una ristrutturazione di un antico stabilimento di caramelle del 1844.
Ogni giorno la luce cambiava i colori e l’atmosfera dell’isola.
Paesaggi quasi lunari al Nord, con una luce intensa che donava calde sfumature ai colori rosso, giallo-oro, verde e blu.
Verso est, nella riserva naturale di es Grau, con una luce più fredda, c’era una palette composta da infiniti grigio, nero, verde e azzurro.
Al Sud, grazie alla luce brillante, il mare aveva diverse sfumature, dal verde al turchese, con il bianco brillante della sabbia e il verde della macchia mediterranea.
Ed infine l’ultima mattina, l’isola avvolta da una bassa nebbia che rendeva tutto magico!