CHAENOMELES: PROFUMO D'ORIENTE E DI PRIMAVERA

 
 

Piano piano annusiamo aria di primavera, il sole inizia a mostrarsi con una tiepida presenza e noi ci prepariamo ad una nuova fresca stagione godendoci dei bellissimi rami di Chaenomeles.

I Chaenomeles, chiamati anche Cydonia, sono degli arbusti tenaci e resistenti appartenenti alla famiglia delle Rosacee.
Questa pianta ha origini orientali e dopo la fioritura produce un frutto: una piccola mela gialla o rossa e dal profumo intenso – che si può utilizzare per preparare del dolcificante aromatizzato o gustose marmellate -, per questo viene anche chiamata cotogno giapponese.

I rami spinosi dei Chaenomeles sono carichi di boccioli dalla fioritura precoce: spesso li troviamo sbocciati anche prima che nascano le foglie. Gli splendidi fiori, a forma di coppa, possono essere di colore rosso, rosa o bianco.
I Chaenomeles non amano bere molto, per questo basta riempire il vaso che andrà ad accoglierli con poche dita d’acqua.

CHAEMOMELES – Cotogno Giapponese

 
 

DIRLO CON I FIORI - IL GIACINTO

 
 

Un fiore dal profumo inebriante che ci prepara alla primavera. Le tonalità del giacinto, talvolta intense, talvolta delicate, vanno dal bianco al blu, dal rosso al rosa, dal giallo all’arancione, e creano una tavolozza di colori che rallegrano il grigiore di queste giornate di pieno inverno. Il giacinto è una pianta bulbosa che non necessita di cure particolari: una volta fiorito bisogna lasciare che il fogliame ingiallisca naturalmente – in questo modo il tubero può produrre le riserve di nutriente per poter rifiorire l’anno successivo – per poi procedere all’essiccazione del bulbo in un luogo buio, possibilmente freddo e secco; l’autunno è il momento in cui si possono ripiantare per poi attendere una nuova, colorata e odorosa fioritura. Il giacinto reciso va conservato, invece, in un vaso con poca acqua, accortezza importante per tutte le piante invernali e tuberose come l’anemone, il ranuncolo e il tulipano.

Giacinto BENEVOLENZA

Si è scelto il giacinto come emblema della benevolenza, senza dubbio per via del suo dolce profumo e del suo splendido aspetto.

 
 

DIRLO CON I FIORI - IL VISCHIO

 

Niente di meglio per concludere l’anno della speranza che simboleggia il vischio: io supero ogni ostacolo. L’augurio che la fine dell’anno porti con se la conoscenza che le esperienze fatte nei dodici mesi precedenti riescono a fornire. Carichi di nuova energia, ci si prepara a vivere intensamente l’anno che ci aspetta!

Questo arbusto cresce sulla cima di alberi maestosi, come la quercia, e da essi trae nutrimento e energia. La sua fragilità è stata per i druidi motivo di adorazione, tale da creare intorno al vischio una leggenda che fa riflettere e che vi riportiamo con piacere.

Vischio IO SUPERO OGNI COSA

…un giorno Balder disse alla madre Friga, che pensava che sarebbe morto. Friga scongiurò il fuoco, i metalli, le malattie, l’acqua, gli animali, i serpenti, di non fare alcun male a suo figlio, e gli scongiuri di Frida erano così influenti, che niente poteva opporvi resistenza. Balder si diresse allora nei combattimenti degli dei, al centro delle frecciate, senza temerle. Loke, suo nemico, volle scoprirne la ragione; si tramutò in una vecchietta, e andò a trovare Friga. Le disse: “Durante i combattimenti, le frecce e le rocce cadono su tuo figlio senza ferirlo. – Lo credo bene, disse Friga, tutti questi elementi hanno prestato giuramento, non c’è niente nella natura che possa ledergli: ho ottenuto questa grazia da tutto ciò che ne abbia un qualche potere; non c’è che un piccolo arbusto cui non l’ho chiesto, perchè mi è sembrato troppo fragile; si regge sulla corteccia di una quercia, e ha appena una radice; vive senza terra; si chiama mistiltein; è il vischio”. Questo raccontò Friga. Loke immediatamente si diresse alla ricerca di quest’arbusto; e, recatosi all’assemblea degli dei mentre combattevano contro l’invulnerabile Balder, dal momento che i giochi erano dei combattimenti, si avvicinò al cieco Heder: “Perché, disse, non lanci delle frecce anche a Balder? – Sono cieco, rispose Heder, e non ho armi”. Loke gli presentò il vischio; Balder cadde ferito a morte. Così il figlio invulnerabile d’una dea fu ucciso da un rametto di vischio lanciato da un cieco. Questa è l’origine del rispetto portato dai galli a quest’arboscello.

Abbiamo preparato dei mazzolini di vischio semplici ed alcuni arricchiti da bacche, pino, rose e ranuncoli.
Auguriamo a tutti uno splendido e fiorito anno nuovo!

 

ELLEBORO: UNA ROSA D'INVERNO

 
 

Per queste festività abbiamo deciso di proporvi come pianta natalizia l’elleboro, Helleborus Niger, erbacea perenne dalle foglie verde scuro che schiude le corolle dei suoi fiori da dicembre a marzo.

Candida stella d’inverno, l’elleboro, detto anche Rosa di Natale, è una delle poche piante a fiorire in inverno e sboccia in fiori bianchi dai petali carnosi, con sfumature rosa o verdi, che regalano luce a boschi e giardini. L’elleboro è una pianta da esterno spontanea che si trova in gran parte d’Italia, nelle pinete di Pinus Sylvestris e Pinus Nigra e nei boschi submediterranei.

Consigliamo l’elleboro per la decorazione dei vostri giardini in quanto sempreverde: mantiene le sue foglie anche quando non è in fiore.
Noi abbiamo riempito di elleboro la nostra vetrina di Natale, una meraviglia!

 
 

DIRLO CON I FIORI - IL MUSCHIO

 
 

Il muschio offre un verde e morbido tappeto che avvolge il terreno, arido e indurito dall’inverno, in un caldo abbraccio materno. Il muschio è una pianta simbolica per il suo ruolo durante le stagioni fredde: protegge, nutre e purifica. Per le sue proprietà, il muschio viene utilizzato per la cura del corpo ed è considerato un catalizzatore dell’equilibrio psicofisico.

Muschio AMORE MATERNO

…è lui che dona alle campagne un’aria gioiosa e fresca; abbellisce la natura dove i fiori sfioriscono, e dove gli steli appassitisi si confondono con la polvere dei campi. In effetti, è in inverno che i muschi offrono agli occhi dei botanici il verde smeraldo, le nozze segrete, gli affascinanti misteri delle urne e delle anfore che racchiudono la loro discendenza.

Per le nostre composizioni abbiamo scelto il muschio comune e il muschio böll. L’abbiamo utilizzato anche per realizzare delle sfere di muschio da usare come decorazioni invernali e natalizie: le potete trovare nel nostro laboratorio o vedere nella vertina dell’Ottica Monti (Verona).

 
 

DIRLO CON I FIORI - IL PINO

 
 

Pungente e profumato, il pino chiama il Natale a gran voce! Verde scuro o grigio, cadente o di forma tradizionale, l’abbiamo scelto per comporre delle calde corone e ricchi torchon natalizi, mescolandolo a bacche, ortensie e frutta secca.

Pino AUDACIA

Quest’albero disdegna la tranquillità dei frutteti, vuole bagnare la sua cima della rugiada delle nuvole e vedere il suo fogliame continuamente battuto dal vento, poi, spogliato dei suoi rami, vagare sulle onde agitate dell’Oceano per sfidare ancora le tempeste.

 
 

DIRLO CON I FIORI – L'ANEMONE CORONARIA

 
 

Chiamato fiore del vento per la sua breve durata e la fragilità dei suoi petali, l’anemone lega il suo nome ad una ninfa, la dea dei fiori, amata da Zefiro. Come per il ranuncolo, l’anemone offre una gamma cromatica varia ed estremamente elegante. Abbiamo scelto l’anemone bordeaux, accostato a bacche di biancospino e rose candy avalanche, per fare in questo mazzo delle meravigliose macchie di colore caldo e intenso.

Anemone Coronaria SEI SENZA PRETESE

L’anemone coronaria, detta anche fior di Giove, o Corona dei giardini, è una pianta lanuginosa, tenera e biancastra in ogni sua parte; si ricopre d’estate di un numero infinito di graziosi fiorellini purpurei che ricordano dei piccoli garofani; ama l’ombra e non richiede cure; solitamente si propaga da sola.

 
 

DIRLO CON I FIORI – IL RANUNCOLO ASIATICO

 
 

Ranuncolo asiatico SEI PIENA DI FASCINO
…lo smagliante ranuncolo ha colori variopinti, lucidi, luccicanti di mille sfumature, e brillanti di mille seduzioni. Nessuna pianta offre a colpo d’occhio agli amanti della varietà uno scenario così vivo e variegato.

Con tonalità contrastanti, bianco, burro, rosa, fuxia, arancione,  il ranuncolo colora il nostro inverno accontentando ogni gusto cromatico. Ricordiamoci che in questo periodo non troviamo solo bacche ma anche una straordinaria scelta di fiori affascinanti, che ci stregano con la delicatezza dei loro petali e ci conquistano con la bellezza dei loro colori. Tra questi il ranuncolo e l’anemone (di cui parleremo la prossima settimana) ci piacciono proprio tanto!

 
 

DIRLO CON I FIORI – IL MIRTO

 
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Il mirto è un arbusto dalle foglie sempreverdi. Dopo lo sbocciare dei suoi candidi fiori, come nel caso del biancospino, appaiono le bacche dal colore prima rosso poi violaceo, che generosamente si offrono per regalarci l’omonimo e aromatico liquore.

Mirto AMORE
Se nei secoli si è radicata questa credenza, se l’albero di Venere è considerato l’albero degli amori, se, pure, si è creduto che il mirto, attecchendo in un terreno, soppianta tutte le altre piante, così l’amore padrone di un cuore non lascerà mai spazio a nessun altro sentimento.

Oltre al piacere del palato e del cuore, il mirto diffonde intorno a sé un amabile aroma che delizia il nostro olfatto. Provate a strofinarvi un ramo tra le mani: potrete annusare il suo profumo sulla vostra pelle!

Noi lo abbiamo usato per fare questo mazzo vivace, accostandolo a ranuncoli e a bacche di rosa canina.

 
 

AUTUNNO – UNA DOLCE MALINCONIA

 
 

L’inverno avanza e gli alberi perdono le foglie. Qua e là appaiono macchie gialle, arancioni, rosse: tonalità calde che quasi con ironia anticipano i primi freddi. Per godere appieno delle bellezze autunnali, abbiamo varcato di poco le mura della città per fare una passeggiata nel bosco di Villa La Valverde. Ringraziamo calorosamente la signora Maria Giulia per la splendida pausa pranzo che ci ha regalato.

Abbiamo raccolto bacche a rami di piante meravigliose: il biancospino (Crataegus Monogyna), la fusaggine o berretta da prete (Euonymus Europaeus), la rosa canina e l’albero dei coralli (Elaeagnus Umbellata).

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Per celebrare l’autunno abbiamo scelto una tra le più famose poesie di Jaques Prévert:

Les Feuilles Mortes

Oh, je voudrais tant que tu te souviennes,
Des jours heureux quand nous étions amis,
Dans ce temps là, la vie était plus belle,
Et le soleil plus brûlant qu’aujourd’hui.
Les feuilles mortes se ramassent à la pelle,
Tu vois je n’ai pas oublié.
Les feuilles mortes se ramassent à la pelle,
Les souvenirs et les regrets aussi,
Et le vent du nord les emporte,
Dans la nuit froide de l’oubli.
Tu vois, je n’ai pas oublié,
La chanson que tu me chantais…
C’est une chanson, qui nous ressemble,
Toi qui m’aimais, moi qui t’aimais.
Nous vivions, tous les deux ensemble,
Toi qui m’aimais, moi qui t’aimais.
Et la vie sépare ceux qui s’aiment,
Tout doucement, sans faire de bruit.
Et la mer efface sur le sable,
Les pas des amants désunis.
Nous vivions, tous les deux ensemble,
Toi qui m’aimais, moi qui t’aimais.
Et la vie sépare ceux qui s’aiment,
Tout doucement, sans faire de bruit.
Et la mer efface sur le sable
Les pas des amants désunis…