DIRLO CON I FIORI - LA MENTA

 
 

La menta piperita è una pianta rampicante che ama l’umidità: la troviamo infatti in forma selvatica presso luoghi ombrosi e vicini all’acqua, come nelle radure boschive e sulle rive di fiumi o stagni di tutta Europa.

Il suo utilizzo risale al XVII secolo. La menta viene usata per il profumo intenso e le proprietà curative, in particolare per la capacità di calmare lo stomaco. Si riteneva anche che allontanasse i raffreddori e le influenze e che il mentolo contenuto nelle sue verdi foglie potesse alzare la temperatura corporea e favorire la traspirazione. In particolare la menta trovava un grande utilizzo nell’Inghilterra vittoriana: nei dolciumi come caramelle, bastoncini e pasticche; sotto forma di coni di mentolo che venivano bruciati per alleviare i sintomi del raffreddore; come aroma nel tabacco da fiuto e nel cordiale, bevanda corroborante a volte mescolata al gin per mitigarne il gusto aspro di alcool.

Il nome di questa pianta ha origini greche: nella mitologia greca Menta era una ninfa amata da Ade che venne trasformata in pianta dalla moglie ingelosita, Persefone. Per il calore dei sentimenti che Menta nutriva per Ade, oltre al suo gusto in bocca aromatico e piccante, la menta viene chiamata piperita.
 

Menta Piperita CALORE DI UN SENTIMENTO

 
 

DIRLO CON I FIORI - IL LILLÀ

 
 

Unione di profumo, freschezza, grazia e delicatezza, il lillà venne portato in Europa dalla Perisa e si diffuse soprattutto in Inghilterra ai tempi di Enrico VIII.

I lillà sono stati consacrati alle prime trepidazioni d’amore, perché niente è più ammaliante del loro aspetto al rifiorire della primavera. Così, la freschezza del verde, la flessibilità dei rami, l’abbondanza dei fiori, la bellezza così fugace, così effimera, il colore così tenue e così variegato, tutto in loro richiama quelle emozioni celestiali che abbelliscono la bellezza e donano all’adolescenza una grazia divina. Come spiegava Robert Tyas, i magnifici fiori del lillà, con il loro profumo intenso e inebriante, hanno vita breve e fuggevole, come i primi intensi palpiti d’amore.

Questa pianta, amata anche in epoca vittoriana, fu spesso evocata nella letteratura del tempo, come in David Copperfield, di Charles Dickens, che colloca l’incantevole e ingenua Dora sotto un lillà nella scena in cui Copperfield va a farle visita portandole un marzolino di fiori da Covent Garden.

Lillà PRIME EMOZIONI D’AMORE

Erano in fiore i lillà e l’ulivelle;
ella cuciva l’abito di sposa;
né l’aria ancora apria bocci di stelle,
né s’era chiusa foglia di mimosa.
MYRICAE, G. Pascoli.

 
 

DIRLO CON I FIORI - IL MUGHETTO

 
 

Il mughetto è una pianta bulbosa, erbacea e perenne che cresce spontanea specialmente nei paesi del Nord, dove cresce nei boschi di latifoglie. Il mughetto fiorisce a maggio: gli steli si caricano di campanelle bianche dal delicato profumo. Il suo aroma viene usato in profumeria fin dall’antichità ed era considerato prezioso al punto che i Romani lo conservavano solo all’interno di recipienti d’oro. In Germania, invece si preparava l’Acqua d’oro, un’acqua profumata a cui si attribuivano eccezionali virtù terapeutiche. Si narra che il mughetto fosse il preferito di Mercurio, poiché il suo profumo inebriante rinforzava il cervello e acuiva la memoria.

Il mughetto è un fiore caro a molti Paesi: è il simbolo della Jugoslavia ed è il fiore nazionale in Finlandia. Per la sua fioritura, il mughetto è legato a maggio, in particolare al primo del mese, giorno in cui nell’antica Roma, in occasione delle Kalendae Maiae, gli innamorati lo regalavano alle loro donne e festeggiavano la primavera. In Francia il mughetto viene venduto per le strade il 1° maggio, tradizione che risale alla corte di Carlo IX: una volta il re ricevette un mazzo di mughetti come auspicio di buona fortuna e di prosperità per l’anno a venire. La trovò un’idea così felice che decise di fare ogni anno lo stesso omaggio floreale alle donne della sua corte. Anche in Inghilterra il mughetto viene festeggiato: ogni anno a maggio si svolge in Cornovaglia la Furry Dance, in cui tutti i partecipanti ne indossano uno.

Mughetto FELICITA’ RITROVATA

Bianco bocciolo! Che nella tua bellezza mansueta sporgi le tue pudiche guance pallide come la neve sotto la luna, sembri, al di sotto delle tue enormi, alte foglie verdi, un eremita al riparo sulla sua montagna.

THE LILY OF THE VALLEY, G. Croly

 
 

DIRLO CON I FIORI - IL BUCANEVE

 
 

Il bucaneve, Galanthus nivalis, è una pianta perenne e bulbosa che fiorisce quando ancora la neve ammanta la terra. Il suo nome deriva dal greco e significa Fiore di latte, ma viene chiamato Stella del mattino perché è uno dei primi fiori che sbocciano ad inizio anno.

Il bucaneve ha assunto nei secoli vari significati: in epoca vittoriana, in Inghilterra, si credeva che tenere in casa un bucaneve portasse sfortuna e per questo il giardino divenne il luogo prescelto per la disposizione di questa pianta e vennero realizzate splendide Passeggiate del bucaneve nelle tenute di campagna.
Il significato più diffuso è però legato ad un messaggio di speranza poiché il fiore del bucaneve, apparentemente fragile e delicato, è l’unico ad affrontare le temperature fredde dell’inverno e a dischiudersi impavido in morbidi e candidi fiori. Per questo regalare un cesto di bucaneve ad inizio anno equivale a dare un messaggio di speranza e buon auspicio. A questo si lega anche il senso di consolazione che infonde questo fiore per la felice promessa che accompagna l’arrivo della primavera, stagione della rinascita. Il bucaneve, per il bianco dei suoi petali, è considerato anche simbolo di purezza.

Esiste un racconto tedesco molto affascinante che narra come Dio, dopo aver creato la Terra, chiese alla neve di scendere sui fiori per colorarsi un po’, ma tutti questi rifiutarono, tranne il bucaneve. Da allora, per ricompensare questo umile fiore, la neve lo lascia fiorire ogni anno prima che inizi lo spettacolo primaverile.

Elegante e raffinato, il bucaneve è stato un’ispirazione per molto poeti inglesi, tra cui S. T. Coleridge e W. Wordsworth, e non solo, come testimonia la fiaba Il Bucaneve scritta dal danese H. C. Andersen.

Bucaneve CONSOLAZIONE e SPERANZA

Lui era lì, così sottile e delicato e facile a spezzarsi, eppure così forte, nella sua giovanile bellezza, era lì in un mantello bianco e nastri verdi.
IL BUCANEVE, H. C. Andersen

In una passeggiata montana ci siamo imbattuti in questo fiore meraviglioso e ve lo raccontiamo anche con queste foto che gli abbiamo scattato.

 
 

DIRLO CON I FIORI - LA CLEMATIDE

 
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La clematide fa parte della famiglia delle ranuncolacee, è una pianta perenne e rampicante e il suo stelo può raggiungere oltre i 10 metri. Esistono molti tipi di questa pianta dai colori vari con tonalità che vanno dalle tinte tenui del bianco e del verde-giallo, a quelle più vivaci del rosso e del viola. In Italia esistono 7 specie spontanee di clematis di cui 4 le possiamo trovare sull’arco alpino.

In passato si credeva che la clematide avesse proprietà curative, infatti veniva utilizzata come diuretico, analgesico e cicatrizzante naturale. La clematis però fa parte della famiglia delle ranuncolacee ed è quindi potenzialmente velenosa poiché contiene il glucoside ranunculina. La clematis viene utilizzata oggi nella medicina omeopatica per curare le infiammazioni, la depressione e le amnesie: essa fa parte dei rimedi floriterapici dei Fiori di Bach per contrastare la distrazione e mancanza di concentrazione favorendo la creatività pratica e produttiva.

Dagli antichi greci la clematide fu chiamata col nome di una vite, klema, poiché si attorciglia intorno alle altre piante finché il suo capo non è esposto al sole. Alcuni la chiamano Laccio d’amore perché si tiene stretta all’altra pianta come in un abbraccio amoroso, e in campagna la clematide selvatica che si arrampica tra i cespugli è nota come Vite falsa o Erba dei cenciosi. I poeti inglesi hanno spesso chiamato questa delicata pianta rampicante Recesso della Vergine, dal momento che cresce sui pergolati e nei luoghi ombrosi, creando così un piacevole rifugio per le fanciulle. Qualcuno ritiene che tale nome le sia stato dato in onore della regina Elisabetta I di Inghilterra, la regina vergine, poiché fu introdotta in Inghilterra durante il suo regno. In Inghilterra fu anche soprannominata Gioia del viandante perché cresceva spontanea nei boschi e ai margini delle strade.

Clematis BELLEZZA MENTALE

Una cosa di bellezza è una gioia per sempre:
Cresce in beltà, senza mai svanire nel nulla,
Ma serba ancora per noi un tranquillo ritiro e un sonno pieno
Di dolci sogni e salute e quieto respiro.
Perciò ogni nuovo giorno intrecciamo
Un laccio fiorito per legarci alla terra.
ENDIMIONE, J. Keats

 
 

DIRLO CON I FIORI - IL TULIPANO

 
 

Le sue origini sono orientali: il tulipano viene dalla Turchia, paese in cui è amato al punto da definire Era del Tulipano il periodo storico di pace e fervore culturale che va dal 1718 al 1730. Il tulipano veniva utilizzato in quantità enormi per adornare le regge e i palazzi dei sultani, e prende il nome dal copricapo indossato dagli uomini turchi, il turbante, il tullband.

Il tulipano era ed è il simbolo dell’amore: ancora oggi esercita su di noi un fascino magnetico, probabilmente per la sua forma semplice, a coppa, e i pochi petali, definisce un disegno essenziale e la sua posizione raccolta trasmette l’importanza dell’intimità.  Non a caso molti film trovano il suo nome nel titolo, come Pane e Tulipani, di Soldini, splendida storia d’amore che racconta intense emozioni e un grande sentimento con estrema semplicità.

Noi vi proponiamo alcune delle splendide varietà di tulipano: dai più semplici a quelli con i petali ondulati, dalle tonalità più calde a quelle più intense come nel caso del tulipano nero, con i suoi petali di un bordeaux intenso, vellutati al tocco.

Tulipano DICHIARAZIONE D’AMORE

Sulle rive del Bosforo, il tulipano è l’emblema dell’incostanza ma anche della passione più violenta. Tanto che la natura fa in modo che cresca nei giardini di Bisanzio, e racconta, alla bellezza prigioniera, che un amante sospira per lei, e che la sola vista gli manderebbe il viso in fiamme e il cuore in brace.

 
 

SAN VALENTINO: FIORI, MODA E PASSIONE

 
 

San Valentino è alle porte e vogliamo proporvi un’immagine alternativa di questa ricorrenza proponendovi degli interessanti accostamenti di fiori e moda, ricordandovi che l’amore è fatto soprattutto di intensa passione. Quale colore rappresenta la passione? Il rosso, ma non solo.

Per questo San Valentino vi suggeriamo alcuni accostamenti di fiori dalle tonalità intense che esaltano la passionalità attraverso la vivacità cromatica. Abbiamo scelto per voi delle rose Coffee BreakCherry-Oh! e Secret Garden, accostate a giacinti blu, ranuncoli rosa, anemoni e garofani fuxia. Vi proponiamo anche un’idea per il biglietto su cui scrivere il vostro messaggio d’amore: degli acquerelli fatti a mano che ritraggono due rossi papaveri, legati tra loro.

Rosso come gli abiti di Valentino, maestro del gusto che ha saputo con estremo rispetto e straordinaria eleganza valorizzare e raccontare la sensualità della donna, come fece nel ’500 Tiziano con la Venere di Urbino, dove il rosso racconta con estrema grazia la femminilità.

Nella campagna pubblicitaria Fall/Winter 2013/2014 di Valentino, realizzata dai fotografi olandesi Inez Van Lamsweerde e Vinoodh Matadin, le modelle sembrano ritratte in dipinti e disegnate dalla luce. Queste foto raccontano l’importanza dello stile anche attraverso il dettaglio: i bouquet floreali trionfano sullo sfondo nero come gioielli di assoluta eleganza. Uno spunto interessante per un regalo floreale sofisticato!

 
 

CHAENOMELES: PROFUMO D'ORIENTE E DI PRIMAVERA

 
 

Piano piano annusiamo aria di primavera, il sole inizia a mostrarsi con una tiepida presenza e noi ci prepariamo ad una nuova fresca stagione godendoci dei bellissimi rami di Chaenomeles.

I Chaenomeles, chiamati anche Cydonia, sono degli arbusti tenaci e resistenti appartenenti alla famiglia delle Rosacee.
Questa pianta ha origini orientali e dopo la fioritura produce un frutto: una piccola mela gialla o rossa e dal profumo intenso – che si può utilizzare per preparare del dolcificante aromatizzato o gustose marmellate -, per questo viene anche chiamata cotogno giapponese.

I rami spinosi dei Chaenomeles sono carichi di boccioli dalla fioritura precoce: spesso li troviamo sbocciati anche prima che nascano le foglie. Gli splendidi fiori, a forma di coppa, possono essere di colore rosso, rosa o bianco.
I Chaenomeles non amano bere molto, per questo basta riempire il vaso che andrà ad accoglierli con poche dita d’acqua.

CHAEMOMELES – Cotogno Giapponese

 
 

DIRLO CON I FIORI - IL GIACINTO

 
 

Un fiore dal profumo inebriante che ci prepara alla primavera. Le tonalità del giacinto, talvolta intense, talvolta delicate, vanno dal bianco al blu, dal rosso al rosa, dal giallo all’arancione, e creano una tavolozza di colori che rallegrano il grigiore di queste giornate di pieno inverno. Il giacinto è una pianta bulbosa che non necessita di cure particolari: una volta fiorito bisogna lasciare che il fogliame ingiallisca naturalmente – in questo modo il tubero può produrre le riserve di nutriente per poter rifiorire l’anno successivo – per poi procedere all’essiccazione del bulbo in un luogo buio, possibilmente freddo e secco; l’autunno è il momento in cui si possono ripiantare per poi attendere una nuova, colorata e odorosa fioritura. Il giacinto reciso va conservato, invece, in un vaso con poca acqua, accortezza importante per tutte le piante invernali e tuberose come l’anemone, il ranuncolo e il tulipano.

Giacinto BENEVOLENZA

Si è scelto il giacinto come emblema della benevolenza, senza dubbio per via del suo dolce profumo e del suo splendido aspetto.

 
 

DIRLO CON I FIORI - IL VISCHIO

 

Niente di meglio per concludere l’anno della speranza che simboleggia il vischio: io supero ogni ostacolo. L’augurio che la fine dell’anno porti con se la conoscenza che le esperienze fatte nei dodici mesi precedenti riescono a fornire. Carichi di nuova energia, ci si prepara a vivere intensamente l’anno che ci aspetta!

Questo arbusto cresce sulla cima di alberi maestosi, come la quercia, e da essi trae nutrimento e energia. La sua fragilità è stata per i druidi motivo di adorazione, tale da creare intorno al vischio una leggenda che fa riflettere e che vi riportiamo con piacere.

Vischio IO SUPERO OGNI COSA

…un giorno Balder disse alla madre Friga, che pensava che sarebbe morto. Friga scongiurò il fuoco, i metalli, le malattie, l’acqua, gli animali, i serpenti, di non fare alcun male a suo figlio, e gli scongiuri di Frida erano così influenti, che niente poteva opporvi resistenza. Balder si diresse allora nei combattimenti degli dei, al centro delle frecciate, senza temerle. Loke, suo nemico, volle scoprirne la ragione; si tramutò in una vecchietta, e andò a trovare Friga. Le disse: “Durante i combattimenti, le frecce e le rocce cadono su tuo figlio senza ferirlo. – Lo credo bene, disse Friga, tutti questi elementi hanno prestato giuramento, non c’è niente nella natura che possa ledergli: ho ottenuto questa grazia da tutto ciò che ne abbia un qualche potere; non c’è che un piccolo arbusto cui non l’ho chiesto, perchè mi è sembrato troppo fragile; si regge sulla corteccia di una quercia, e ha appena una radice; vive senza terra; si chiama mistiltein; è il vischio”. Questo raccontò Friga. Loke immediatamente si diresse alla ricerca di quest’arbusto; e, recatosi all’assemblea degli dei mentre combattevano contro l’invulnerabile Balder, dal momento che i giochi erano dei combattimenti, si avvicinò al cieco Heder: “Perché, disse, non lanci delle frecce anche a Balder? – Sono cieco, rispose Heder, e non ho armi”. Loke gli presentò il vischio; Balder cadde ferito a morte. Così il figlio invulnerabile d’una dea fu ucciso da un rametto di vischio lanciato da un cieco. Questa è l’origine del rispetto portato dai galli a quest’arboscello.

Abbiamo preparato dei mazzolini di vischio semplici ed alcuni arricchiti da bacche, pino, rose e ranuncoli.
Auguriamo a tutti uno splendido e fiorito anno nuovo!